L'analista Béchir Ben Yahmed riflette sulla fragilità della democrazia. Nell'Africa, dove in Kenya e Zimbabwe non sono bastate delle elezioni svoltesi con modalità abbastanza corrette per stabilizzare un potere riconosciuto, e nell' Europa, dove due avvenimenti dimostrano che la democrazia può essere a rischio anche là dove è più radicata. Gli esempi sono quelli dell'elezione in Italia di Silvio Berlusconi ("un demagogo, un corruttore conclamato") diventato per la terza volta capo del governo anche se tutti sanno che "persegue prima di tutto i suoi interessi personali", ed il recente sondaggio realizzato da Financial Times/Harris, che ha dimostrato come l'opinione degli Europei si sia modificata nel giro di pochi giorni, collocando la Cina al primo posto tra i paesi che costituiscono una minaccia per la stabilità mondiale, per effetto della manipolazione dei media che hanno inondato gli oramai spoliticizzati e disinformati europei di notizie approssimative e spesso false sulla repressione cinese in Tibet.

L'editoriale di Jeune Afrique, tradotto in italiano a cura di ossin.

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